Gabriele Albertini Rivoglio la mia Milano

Gabriele Albertini

6 ottobre 2022 ore 21

Via Cappuccio 5, Milano

Gabriele Albertini
Gabriele Albertini

IL LIBRO

Ironia, citazioni, ricordi e tanta passione

Questi sono gli aspetti della figura di Gabriele Albertini, sindaco di Milano (per due mandati dal 1997) che il libro riesce a mettere in luce, grazie al sagace scambio di battute, commenti, domande e risposte con il giornalista Sergio Rotondo (nella foto). I colloqui si sono svolti nell’estate-autunno 2021, in un momento speciale per l’ex sindaco, quando migliaia di cittadini lo spingevano ad accettare un terzo mandato. E sono proseguiti in piena campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Milano, con commenti e considerazioni franchi e talvolta taglienti, quando ormai Gabriele Albertini aveva deciso di non competere, anche se i sondaggi lo davano molto favorito.

I due aspetti del libro

Il libro è composto da due parti molto diverse da loro. La seconda si concentra su atti giudiziari e ritagli di giornale degli anni intorno al 2011-2013 e francamente è un po’ ridondante, anche se di grande interesse per chi quel periodo storico l’ha vissuto e ha apprezzato la grande fermezza con cui Gabriele Albertini ha affrontato l’ex procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo.

Un libro a quattro mani

Ma di assoluto interesse e di facile lettura è senz’altro la prima parte, quella che nasce dalla frequentazione e dagli scambi di opinioni fra Sergio Rotondo e Gabriele Albertini. Oddio, parlare di frequentazione in pieno lockdown forse non è corretto, ma certo i due erano in contatto quotidiano almeno via zoom, tipologia che tutti noi, se parliamo di rapporti interpersonali, abbiamo dovuto sperimentare in quei mesi.

Fonte: Il Giornale d’Italia

 

CHI E’ L’AUTORE 

Di educazione cattolica, si è diplomato presso l’Istituto Leone XIII ed ha conseguito la laurea all’università Statale in giurisprudenza. Dal 1974 è alla guida, con il fratello Carlo Alberto, dell’azienda di famiglia, la “Cesare Albertini S.p.A.”, fondata dal padre Cesare nell’ottobre del 1932 e acquisita alla fine del 2017 dal Gruppo Bosch GmbH, che si occupa di pressofusioni in alluminio.

Ha ricoperto numerose cariche in Confindustria e in Assolombarda, dove è stato vicepresidente, oltre a essere stato presidente della Piccola Industria. Nel 1996 viene eletto presidente di Federmeccanica (Federazione sindacale dell’industria metalmeccanica italiana). Sin da giovane, ha visto nella figura dell’imprenditore un “portatore di ideali di civiltà”, attribuendogli “un certo spirito missionario”.[2] Di sé dirà: “Io, come industriale, mi considero uno dei più grandi rivoluzionari della storia, perché chi ha cambiato l’uomo, chi ha rivoluzionato l’individuo, non è stata la rivoluzione marxista, è stata l’industrializzazione”.[3]

Sindaco di Milano

Albertini, allora sindaco di Milano, con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin (2000)

Nel 1997 è stato candidato da Silvio Berlusconi a sindaco di Milano con il sostegno del Polo per le Libertà ed ha vinto le elezioni amministrative al ballottaggio, con il 53,14% dei consensi, contro il candidato dell’Ulivo Aldo Fumagalli (46,86%). In occasione delle successive elezioni comunali, nel 2001, si è nuovamente candidato con il centrodestra per un secondo mandato ed è stato riconfermato come primo cittadino, ottenendo al primo turno il 57,54% delle preferenze, contro il 30,47% dello sfidante di centrosinistra Sandro Antoniazzi.

Durante il periodo alla guida del capoluogo lombardo si definiva “l’amministratore di condominio” ed ha avviato numerosi progetti di riqualificazione della città, dalla vecchio polo fieristico, alla zona Porta Nuova-Varesine[4], fino alla nuova fiera di Rho-Pero. Le sue giunte hanno lanciato nuovi progetti di espansione della metropolitana e portato a compimento le linee metrotranviarie di superficie volute dalla precedente amministrazione Formentini. Il sindaco ha rilanciato la Triennale e il ruolo di Milano come una delle capitali mondiali della moda e del design, valorizzando notevolmente gli eventi della fashion week e del Fuori Salone e prestandosi anche a sfilare in mutande (di cachemire) per lo stilista Valentino. Dichiarerà: “Teo Teocoli ne ha fatto poi una simpatica imitazione… ma è stata un’esperienza che mi ha aiutato a non prendermi troppo sul serio”.[5] Nel 2005 rifiutò di concedere il patrocinato del comune di Milano al gay pride; per tale motivo venne a più riprese intonato il coro “Albertini vieni giù, che sei frocio pure tu” nel corso delle dimostrazioni degli attivisti LGBT sotto Palazzo Marino, sede dell’amministrazione cittadina.

Eurodeputato

Alle consultazioni del 2004 viene eletto europarlamentare per la lista di Forza Italia nella circoscrizione Italia nord-occidentale, con 140.383 preferenze. Tale elezione fu resa possibile da una norma transitoria della legge 8 aprile 2004, n. 90 che gli consentì di candidarsi senza dover lasciare il ruolo di primo cittadino milanese, una legge che molti definirono “ad personam[17].

Iscritto al Partito Popolare Europeo è stato vicepresidente della commissione per i trasporti e il turismo, membro sostituto della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, vicepresidente della delegazione per le relazioni con l’Assemblea parlamentare della NATO, membro della delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti e della delegazione per le relazioni con Israele.

È stato rieletto al Parlamento Europeo nelle elezioni del 6-7 giugno 2009 nella circoscrizione Italia nord-occidentale per il PdL con 67.128 voti di preferenza. Nel corso di questo secondo mandato è stato Presidente della Commissione per gli affari esteri, organo cui spetta l’indirizzo di politica estera dell’Europa nelle relazioni e con gli altri Stati.

Senatore della Repubblica dal marzo del 2013, inizialmente membro della Commissione Giustizia e Difesa, in seguito anche membro della Commissione Affari Costituzionali e Presidente della “sottocommissione pareri” della commissione Giustizia.

 

Elezione a Senatore: SC, NCD e AP

Alle elezioni politiche del febbraio 2013 si presenta come capolista anche per il Senato, nella circoscrizione Lombardia, con il partito Scelta Civica con Monti per l’Italia, e viene eletto.

Il 10 dicembre 2013 aderisce al gruppo parlamentare Per l’Italia[24].

Il 1º marzo 2014 ufficializza la sua adesione al partito di Angelino Alfano, il Nuovo Centrodestra.

Si candida alle elezioni europee del 2014 nella circoscrizione Italia nord-occidentale (che raccoglie i collegi di Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) per il Nuovo Centrodestra – Unione di Centro, ma con 11.474 preferenze non viene eletto.

Il 12 aprile 2016 viene ufficializzato come capolista a sostegno del candidato sindaco di Milano per il centro-destra Stefano Parisi, suo city manager quando era sindaco; raccoglie 1376 preferenze, unico eletto della lista civica: “energie per Milano”, lascia il seggio al 2º classificato per numero di voti di preferenza: Manfredi Palmeri, e a vincere è il centro-sinistra, con il proprio candidato Giuseppe Sala.[25]

Terminata l’esperienza nel partito di Alfano (per ultimo Alternativa Popolare) e quella da senatore, nel 2018 sostiene i candidati della lista di Parisi[26] alle regionali in Lombardia a sostegno del candidato di centro-destra, il leghista Attilio Fontana, dopo aver rifiutato la candidatura con il centro-sinistra.[27]

Sviluppi successivi

In vista delle elezioni comunali a Milano in programma nel 2021, il segretario della Lega Matteo Salvini ha proposto di candidare nuovamente Albertini a sindaco per la coalizione di centro-destra, contrapponendolo al sindaco uscente di centro-sinistra Sala, candidatosi per un secondo mandato. Albertini, in una lettera pubblicata sul quotidiano Libero il 6 maggio 2021, ha tuttavia declinato l’offerta, affermando di “voler dare priorità alla famiglia”[28]; il centro-destra sceglierà poi di proporre per la poltrona di Palazzo Marino il medico pediatra Luca Bernardo[29], sconfitto pesantemente da Sala al primo turno elettorale.

In vista delle elezioni politiche anticipate del 2022, Albertini lancia, insieme al deputato Guido Della Frera e altri dirigenti lombardi, un appello a Carlo Calenda e Matteo Renzi per costruire un “terzo pololiberale nel segno della cosiddetta “Agenda Draghi“.