Lo scoiattolo sulla Senna – di Fabio Gambaro

Immaginate di trovarvi a Parigi, è il 1972, state passeggiando per Boulevard Saint Germain. Una magnifica mattina di primavera, l’aria è frizzante non solo per la brezza leggera che soffia per il Quartiere Latino ma per tutti i fermenti culturali che qui si respirano. In fondo al viale c’è un’edicola, vende la presse internationale, i quotidiani esteri, ancora così rari da queste parti ancorché la capitale sia da sempre il punto di attrazione degli intellettuali, degli artisti e degli uomini d’affari di tutto il mondo. Sull’altro lato della strada, ma sì, inconfondibili, sono loro! Jean Paul Sartre si allontana insieme a Simone de Beauvoir lasciando un leggero fumo azzurro con la sua pipa. Più avanti c’è un signore elegante, giacca di lana coperta da una sciarpa che avanza meditabondo. Ha il Corriere della Sera sotto il braccio e vi guarda un po’ accigliato. Con il vostro francese ancora da perfezionare esclamate con entusiasmo: “Mais vous, vous êtes M. Italo Calvino !” Insomma il celebre scrittore, “Cosa fa da queste parti?” Calvino vi prende in disparte (non facciamoci vedere da Sartre, non lo sopporto) e risponde timidamente, dice che sì, insomma, celebre ancora non è ma scrittore sicuramente sì. Voi rispondete con enfasi che è solo questione di tempo, che anzi proprio qui troverà ispirazione per i suoi capolavori più celebri, Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati, Se una notte d’inverno un viaggiatore… Calvino vi sorride con un vago senso di malinconia e vi dice” La ringrazio di questo incoraggiamento, effettivamente sto lavorando su questi titoli. Ho degli amici qui, un po’ eccentrici e sicuramente geniali. Non so se in Italia già li conoscete ma hanno formato un gruppo al quale mi invitano, si chiama Oulipo, una specie di laboratorio di scrittura creativa. E’ molto divertente. Pensi che ci sono due presidenti, il primo si chiama Marcel Benabou ed è in carica i giorni pari come Segretario Generale Definitivamente Provvisorio, il secondo è Paul Fournel in carica i giorni dispari come Segretario Generale Provvisoriamente Definitivo”. Calvino ridacchia sommessamente e anche voi non potete fare a meno di sorridere. Continua “Qui ho conosciuto Georges Perec, siamo davvero amici, scrive i libri in un modo assolutamente nuovo, usa i quadrati di Greimas, i palindromi, i lipogrammi, Lei conosce Greimas?” Voi restate interdetti. “ Va bene, non importa. Vede, c’è anche Raymond Queneau, l’autore dei Fiori Blu, di Esercizi di stile e poi tanti altri scrittori che cercano di fare letteratura in un modo nuovo, nuovo nel senso di non essere ossessivamente obbligati a dover dimostrare qualcosa, a fare politica militante come ancora in Italia gli scrittori sono moralmente obbligati a fare”. “Sì certo, Lei in Italia è stato criticato per questo”. “ L’Italia purtroppo arriva sempre dopo , è provinciale come dice il mio amico Renzo Piano – sta costruendo il Beaubourg : lo ha visitato? – ma cosa vuole che le dica, io ho fatto la resistenza ma dopo l’invasione dell’Ungheria tanti miti sono crollati e le cose non possono più essere come prima. Io cerco nuove strade: a Parigi oggi c’è una nouvelle vague nel fare cinema ( François Truffault, Jean Luc, Godard, Eric Rohmer), i Nouveaux

philosophes (Bernard Henri-Levi, André Glucksmann), nuovi pensatori come Claude Levi-Strauss e Michel Foucault. Vuole che glieli presenti? in genere vengono a fare colazione qui di fronte, al Café Flore, proprio di fronte all’abbazia”. Voi siete imbarazzati, trovarvi di fronte a questi giganti del pensiero moderno non ve lo aspettavate, magari non sapreste cosa dire, sarebbe un trauma per il vostro orgoglio. Calvino capisce il vostro disagio e aggiunge: “Ho un’idea migliore, facciamo quattro passi e andiamo alla Brasserie Lipp, è vicina all’appartamento che vorrei acquistare, ci sono tante persone interessanti anche lì, giornalisti, politici, uno in particolare, un certo François Mitterand che secondo me diventerà Presidente della Repubblica”. Vi sedete al tavolino, l’aria è sempre un po’ ventosa, Calvino estrae dalla tasca un mazzo di tarocchi e vi spiega come pensa di usarli per costruire il suo prossimo romanzo, Il motel dei destini incrociati, “Però, aggiunge, qui mi sto perdendo anche io e non so come raccapezzarmici. Ordiniamo un caffè? temo che questo libro non uscirà mai. Invece vede questo manoscritto? E’ quello delle Città invisibili, penso che sia il mio miglior libro, forse mi ricorderanno per questo. Narra di Marco Polo che racconta al Gran Kahn il suo lungo viaggio e delle città dai nomi fantasiosi che ha incontrato. Le città sono innumerevoli ma dietro ciascuna di loro ancor più invisibile c’è sempre Venezia”. Calvino vi guarda e vi dice “Parigi è per me come Venezia”.
Adesso sveglia, aprite gli occhi, non siete più nel 1972, siete nel 2023. E’ il centenario della nascita di Italo Calvino. Avete tra le mani il bel libro di Fabio Gambaro “Lo scoiattolo sulla Senna” che vi ha fatto sognare questo incontro. Cercate su Spotify una canzone di Juliette Greco e pensate in cuor vostro: Calvino a Parigi: che avventura meravigliosa

Roberto Cociancich

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