Ricordiamo il coraggio e l’impegno di Luca Attanasio, il nostro valoroso ambasciatore in Congo, assassinato esattamente due anni fa con Vittorio Iacovacci che gli faceva da scorta e l’autista Mustangs Milambo. Lo faremo grazie alla presentazione del libro che Antonella Napoli ha scritto insieme a lui “Più forte della paura” e che poi ha seguito l’inchiesta e il processo su quei terribili fatti. Un modo per onorare un uomo giusto che ha cercato di lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato. Giovedì ore 18:30 via Cappuccio 5.
Molto però è ancora da scoprire. Antonella Napoli, una coraggiosa giornalista specializzata sui temi di politica internazionale e dell’Africa, ha scritto un libro insieme a lui e successivamente sul suo assassinio. Giovedì sera alle 18:30 verrà a raccontarci la vita e la morte di questo nostro diplomatico e dell’inchiesta che ne é seguita. Una testimonianza preziosa, un tributo doveroso al valore e al coraggio.
Il posto della guerra è l’Europa, qui sono state combattute nel corso dei secoli le più aspre battaglie. Da 75 anni l’Europa ha cercato di diventare il posto della Pace. Putin porta su di sé la gravissima responsabilità di avere portato nuovamente la guerra nel nostro continente aggredendo e invadendo l’Ucraina. Quali sono i principi in gioco in questa guerra? Quali sono i costi che siamo disposti a sostenere per difendere i principi di democrazia e di libertà che dichiarano di voler professare? Quali le sfide globali che sono sottese al conflitto? il ruolo della Cina e Taiwan, i conflitti in Irak, Afghanistan, Israele. Temi appassionanti e fondamentali per capire le svolte che caratterizzano questi mesi drammatici alla vigilia di un anno di guerra compiuta.
È ufficiale della riserva selezionata della Marina Militare con il grado di Capitano di Fregata. Ha partecipato all’operazione Mare Sicuro a bordo della Fregata Bergamini (2016 e 2021) e ha prestato servizio presso il quartier generale di UNIFIL a Naqoura (2015 e 2016). Ha ricevuto la “UN Peacekeeping Medal” e la “Croce Commemorativa per operazioni di Pace” in Libano (2015 e 2016). I suoi ambiti di ricerca riguardano principalmente le relazioni transatlantiche, le politiche di sicurezza in Medio Oriente e nel Mediterraneo e il rapporto tra politica ed economia nelle trasformazioni del sistema globale. Ha un passato sportivo che si è concluso nel Rugby Monza come terza linea nella squadra degli Old.
Perché negli anni del Covid-19, nonostante la rapidità con cui sono stati messi a punto i nuovi vaccini, molte persone nutrono diffidenza o ostilità nei loro confronti? Partendo da questa domanda, Enrico Pedemonte è risalito alle origini della sfiducia nella scienza dilagante ai nostri giorni. La prima parte del viaggio lo porta a indagare le ragioni che hanno spinto gli evangelici americani a costruire una scienza alternativa al darwinismo; l’industria (dal tabacco al petrolio) a fare colossali investimenti per contestare il consenso scientifico; gli ambientalisti a screditare il biotech; il movimento postmoderno ad attaccare le certezze della scienza. E mentre affiorano le radici storiche del negazionismo no-vax, l’autore dimostra come la ricerca abbia cambiato pelle diventando un mondo sempre più privatizzato, dove si moltiplicano le truffe. La tesi di fondo è che la sfiducia nella scienza sia solo una delle forme con cui i cittadini si oppongono al Potere. Nella seconda parte emerge il ruolo centrale che l’intelligenza artificiale sta assumendo nella rivoluzione tecnologica in corso. Destinata a cambiare il mondo con una rapidità mai vista prima, a diventare l’unica scienza, l’ia è alla base dei rapidi progressi in tutti i settori della ricerca e promette di risolvere molti drammatici problemi del pianeta. Ma c’è un’altra faccia della medaglia: questa tecnologia è controllata da un numero sempre più ristretto di società private, in prima fila le piattaforme tecnologiche, che detengono il monopolio delle sue applicazioni. Il controllo pubblico di questo immenso Potere diventa un obiettivo indispensabile per evitare lo scetticismo e la rabbia nei confronti (anche) della scienza.
fonte: TRECCANI
CHI E’ L’AUTORE
Enrico Pedemonte (1950) è laureato in Fisica, è stato docente di fisica nelle scuole superiori e poi giornalista. Ha lavorato come cronista e inviato al Secolo XIX, poi per 25 anni all’Espresso (caporedattore e per sei anni corrispondente dagli Stati Uniti) e come caporedattore a Repubblica. Nel 2001-2002 ha insegnato Teoria e tecnica dei nuovi media presso Scienza della Comunicazione (La Sapienza, Roma).Con Vincenzo Tagliasco ha scritto “Vantaggi dello sboom demografico (Franco Angeli, 1996) e “Genova per chi” (Frilli editore, 2006). Ha inoltre pubblicato: “Personal Media” (Bollati Boringhieri, 1998) e recentemente “Morte e resurrezione dei giornali” (Garzanti, ottobre 2010).
Una serata per ascoltare le voci delle donne perseguitate in Iran a causa del loro desiderio di libertà. Testimonianze, canti, danze, immagini e anche una cena persiana.
L’autobiografia di Davide Cerullo. Un bambino nato nella periferia di Napoli negli anni ’70, con la delinquenza come orizzonte di ogni giornata; la meraviglia scoperta nei ventri delle capre, il terrore provato quando ha tenuto per la prima volta un fucile puntato contro un uomo. Un flusso di racconti e di digressioni su vite e volti che hanno fatto la “storia di una storia” capace di approdare alla necessità di una rinascita che continua ogni giorno, nel presente. “Storia di una storia rimanda alla ricerca del perché una storia è diventata proprio quella storia, la mia storia, e non un’altra storia. È la mia storia ma potrebbe essere, date le stesse premesse, anche la storia di altri.” (D. Cerullo)
Beppe Giuliano Monighini
L'estate della gioia e del terrore
17 novembre 2022 ore 18.30
Via Cappuccio 5, Milano
IL LIBRO
Gli organizzatori dei Giochi di Monaco del 1972 avevano un obiettivo prioritario: che l’Olimpiade fosse serena e gioiosa. Volevano cancellare il ricordo della precedente edizione disputata in Germania – Berlino 1936, i Giochi di Hitler – e presentare la loro nazione come un Paese finalmente moderno. Per questo avevano scelto il capoluogo della Baviera, l’unica città tedesca degna del livello delle grandi capitali europee. Tutti i loro sforzi vennero cancellati dall’atto terroristico in cui furono uccisi atleti e allenatori di Israele, che ha segnato profondamente il nostro immaginario e che ancora oggi è il primo ricordo associato a quella Olimpiade. Beppe Giuliano Monighini all’epoca aveva nove anni, e da grande e precoce appassionato di sport aveva atteso quell’avvenimento giorno dopo giorno, vivendolo prima con la gioia per il più grande evento sportivo del mondo e poi con lo stupore di un bambino che si trovava ad assistere a un’azione di buia violenza. Oggi ha scelto di raccontare non tanto il terrore quanto la preparazione dei Giochi, i protagonisti delle gare, le vicende umane degli atleti e i risvolti di prima e dopo quel martedì 5 settembre che ha cambiato per sempre la storia delle Olimpiadi. Ne è uscito un libro vivido ed emozionante, che ci porta indietro nel tempo, in quel 1972 pieno di contraddizioni in cui, tra agosto e settembre, Monaco fu il cuore dell’estate della gioia e del terrore.
(fonte: Ultra)
CHI E’ L’AUTORE
BEPPE GIULIANO MONIGHINI
Nato ad Alessandria, lavora al Centro Studi di un’associazione. Giornalista pubblicista, collabora con «La Stampa». Ha ideato ed è uno degli autori della newsletter “5 cerchi quante storie” dedicata alle Olimpiadi. Nel 2019 ha pubblicato il romanzo Correndo a vuoto.
Milanese d’origine e per scelta, sono avvocato e Assessore allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Milano.
Ho lavorato per quattro anni in due diversi studi legali, nei team di M&A e Banking and Finance.
Sono laureata in giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano e sono stata Capogruppo della Lista Civica “Noi, Milano – Beppe Sala”, nel Consiglio del Municipio 7, dal 2016 al 2021. Sono poi stata capolista della lista “Beppe Sala Sindaco”, la lista personale del Sindaco, alle amministrative milanesi che sono svolte nell’ottobre del 2021.
Ho particolarmente a cuore la causa della sostenibilità in ogni sua declinazione: ambientale, sociale ed economica. In passato ho collaborato con numerose realtà per la promozione della legalità dentro e fuori dalle carceri. Con i Circoli di Sostegno e Responsabilità del Centro Italiano per la Promozione della Mediazione e con l’associazione Città Costituzione ho sostenuto in lungo e in largo che del carcere bisogna servirsi solo quando ne vale la pena. Sono poi stata membro del Direttivo de “Il Laboratorio delle Idee” e ora lo sono di “Spazio Milano”.
L’opera illustra la storia dei doveri decaloghi regole e comandamenti posti agli avvocati e alla funzione difensiva dall’antichità e ripercorre la nascita e gli sviluppi delle regole deontologiche fino alle attuali codificazioni. Il risultato è nel recupero dell’aspetto giuridico della deontologia non più tributaria di etica e morale ma valore autonomo che assicura il riconoscimento e il rispetto degli altri il diritto degli altri. L’autorevolezza dell’Autore che per decenni ha dedicato molteplici energie alla deontologia forense considerato il vero protagonista della materia nell’Italia contemporanea la nuova tipologia di approccio e la completezza di argomentazioni rendono il volume un unicum nel panorama editoriale. Un dettagliato Indice dei nomi completa il volume. Come sottolineato nella prefazione di Antonio Padoa Schioppa “il libro costituisce la summa dell’impegno coerente di una vita per affrontare consapevolmente le sfide dell’avvocatura nella società di oggi e per illustrarne la storia una storia che le pagine di Remo Danovi rivelano densa di risonanze e di insegnamenti ancora attuali”.
Figlio d’arte in campo giuridico, si laurea magna cum laude nel 1961 presso l’Università degli studi di Milano e diventa avvocato nel 1963. È sposato con la nota esperta di Diritto di famiglia Anna Galizia. Il figlio Filippo è professore ordinario di Diritto all’Università Bicocca di Milano, e il figlio Alessandro è professore associato di Economia presso l’Università degli Studi di Bergamo e docente presso l’Università Bocconi di Milano.
Fonte: Wikimilano
Discussant
Umberto Ambrosoli
Umberto Ambrosoli ha conseguito la maturità classica presso il liceo serale di Milano[1] e si è laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano con una tesi dal titolo «La criminalità informatica nel sistema bancario italiano – Profili criminologici», divenendo poi avvocato penalista specializzato nel diritto penale dell’economia. È sposato e ha tre figli.[2] È stato nominato dalla Banca d’Italia in tre comitati di sorveglianza in procedure di rigore relative ad istituiti e società lombarde, nonché dal Tribunale di Bergamo come Rappresentante comune degli obbligazionisti in relazione ad una emissione obbligazionaria triennale di un primario istituto di credito.
Nel 2009 ha pubblicato il libro Qualunque cosa succeda, che narra la vicenda del padre, l’avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, assassinato l’11 luglio 1979 da William Joseph Aricò, un sicario assoldato dal banchiere Michele Sindona. Nel 2010 il libro è stato vincitore del premio Tiziano Terzani[3][4] e, precedentemente, del premio Capalbio.[5] Nel novembre del 2009 ha altresì ricevuto il premio Laureato Benemerito da Algiusmi,[6]l’associazione dei laureati in giurisprudenza dell’Università Statale di Milano.
Dal 2009 al 2012 è editorialista del Corriere della Sera. Nel 2011 diventa membro del comitato di esperti per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata sul territorio milanese, presieduto da Nando dalla Chiesa.[7] Sempre nel 2011, all’atto di costituzione dell’Associazione Civile Giorgio Ambrosoli, assume la carica di presidente onorario.[8] Nel 2012 diviene Consigliere di amministrazione di RCS SpA.
Nel 2015, con il libro Coraggio, ha vinto il Premio della Fondazione Vincenzo Padula.
Nel gennaio del 2017 viene nominato Presidente della Banca Popolare di Milano SpA. Nello stesso anno ha contribuito alla realizzazione della serie televisiva “Liberi Sognatori”, trasmessa da Mediaset nel gennaio 2018 ed avente ad oggetto quattro storie esemplari di impegno civile (Libero Grassi, Mario Francese, Renata Fonte, Emanuela Loi).[2] Dal 2017 al 2021 cura la rubrica Norme & Tech sul Corriere dell’Innovazione (mensile del Corriere della Sera). Nell’aprile del 2018 viene nominato presidente di Banca Aletti SpA e nel 2019 della Fondazione Banca Popolare di Milano ETS.